In questi giorni si stanno ultimando gli ultimi preparativi per l’inaugurazione ufficiale dell’hangar tipo Geiwitz esistente nell’aeroporto di Gorizia: praticamente il restauro - curato dalla Associazione Sportiva Dilettantistica “Duca d’Aosta” che ha usufruito di un contributo offerto dalla Pipistrel Italia – è giunto al termine.
In Italia però non è sufficiente giungere al termine di un lavoro o meglio di un manufatto, ma occorre seguire tutta una serie di norme che nel caso di un aeroporto diventa un’impresa in quanto sono coinvolti vari enti primi fra i quali Enac e Vigili del Fuoco. Tutto giusto e regolare, per carità, ma i giorni se non i mesi passano in fretta.
Ora pare si sia giunti quasi alla conclusione e si incomincia a respirare aria di inaugurazione che potrebbe avvenire verso fine mese o al massimo nei primi giorni del prossimo ottobre: comunque al momento sta per essere emesso il notam che renderà operativa quanto meno la pista e quindi velivoli ed ultraleggeri potranno operare, fatto salvo il ricovero in hangar.
Un hangar che ha una storia particolare che vale le pena di ricordare. Ceduto all’Italia dopo qualche anno dal termine del conflitto 14-18 dall’Austria in conto “danni di guerra”, fu posto nell’attuale zona e solo dopo alcuni anni divenne – nell’ambito di una riorganizzazione o recupero dei più importanti aeroporti o campi di volo – divenne sede della 38^ Squadriglia del 21° Stormo Osservazione Aerea e successivamente sede del 4° Stormo Caccia Terrestre ivi costituito nel settembre 1931.
Varie furono le vicende dell’aeroporto dal suo consolidamento infrastrutturale fra il 1924 ed il 1936 e diversi i reparti che nel corso degli anni vi ebbero sede temporanea, particolarmente nel corso della 2^ guerra mondiale, edifici e piste che nel corso dei vari bombardamenti degli Alleati dopo l’8 settembre 1943 furono distrutti i parzialmente danneggiati.
IL più resistente fu indubbiamente l’hangar che giunse al termine del conflitto ancora valido – sia pure “ferito” in alcune sue parti – e potè ospitare l’Aero Club Gorizia che con tenacia per molti anni svolse la quasi unica attività volativa consolidata con la modifica in Aero Club Giuliano dovuta all’assorbimento dell’Aero Club Trieste.
Purtroppo vari fattori ridussero l’opera dell’Aero Club che piano piano giunse a cessare l’attività ripresa a volte per opera di vari appassionati del volo ma ora questa ripresa sembra abbia preso un buon avvio con l’Associazione “Duca d’Aosta” e ci sono i prodromi di una ripresa che potrà portare ad interessanti e proficui risultati.
Gorizia è una città ricca di storia e di cultura, collegata via terra con ferrovia ed autostrada e via mare col vicino porto di Monfalcone, ora potrà godere di una nuova via per raggiungerla, quella del cielo.
Carlo d’Agostino
Nella foto (archivio Ass. 4° Stormo) L’hangar Gleiwitz durante l’attività dell’Aero Club Gorizia nel dopoguerra
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