RESTAURATO L’HANGAR GLEIWITZ
DELL’AEROPORTO DI GORIZIA
C’era
una volta un campo di volo, così potrebbe essere riassunta con un
titolo “cinematografico” la storia dell’aeroporto di Gorizia,
realizzato sullo spazio adattato dall’Austria ad aeroporto
sussidiario a quello di Neustadt (vicino a Vienna) agli inizi del
1900. Un aeroporto che ha tutta una sua storia che si collega alla
storia di uno dei più prestigiosi Reparti di Volo della Regia
Aeronautica, il 4° Stormo Caccia Terrestre.
Ora,
dopo un lungo periodo di stasi e di abbandono durato anni, troppi
anni, l’Associazione Sportiva Dilettantistica Transfrontaliera
“Duca d’Aosta” di Gorizia ha letteralmente preso in mano non
solo la situazione e con l’aiuto sostanziale, cioè economico,
della “PIpistrel Italia” e la preziosa collaborazione dell’Enac
(con il suo direttore Angelo Bonato) sta operando per il suo sia pure
parziale riqualificazione.
Molto
è già stato fatto, in particolare con il restauro dell’hangar
Gleiwitz, un manufatto che ha
tutto un suo percorso che vale la pena di ricordare in quanto non del
tutto conosciuto .
Nel
1920 nell’ambito dei rimborsi per danni di guerra il governo
austriaco cede all’Italia un certo numero di hangar tipo Troester e
Gleiwitz, alcuni dei Troester trovano allocazione in diversi campi
di volo (attualmente l’unico ancora esistente, debitamente
restaurato, fa parte del Museo dell’Aeronautica di Vigna di Valle)
mentre uno dei Gleiwitz fu assegnato all’aeroporto di Gorizia .
Venne smontato in Austria, caricato su un treno che si fermò lungo
la linea ferroviaria che ancora oggi corre di fianco all’aeroporto
e quindi ricollocato per ospitare nel 1925 la 38^ Squadriglia del 21°
Stormo Osservazione aerea. Della derivazione austriaca non c’era
alcun dubbio ed è risultata certa dai recenti lavori di
ammodernamento, che hanno fatto ritrovare fra le travi alcuni
frammenti di un documento in lingua tedesca, datato 1909.
L’hangar
fu utilizzato come abbiamo detto dalla 38^ Squadriglia e nel corso
degli anni fu sottoposto a lavori di sistemazione che comprese,
probabilmente intorno alla metà degli anni ’30, la ricopertura del
tetto in lastre di amianto che ha conservato fino a poco tempo fa,
quando a carico dell’Enac sono stati effettuati lavori di
esportazione totale e ricopertura in materiale inerte.
Il
1931 vede l’insediamento nell’aeroporto del 4° Stormo Caccia
Terrestre appena costituito a Gorizia, mentre nel corso degli anni è
sottoposto ad aggiornamenti con varie sistemazioni e che consentono
in esso la presenza di altri Reparti, fra i quali la Scuola
Addestramento Aerosiluranti. Dopo la dichiarazione di guerra
l’aeroporto fu sottoposto a incursioni alleate, che furono
particolarmente pesanti dopo il 1943 quando la zona costiera
Trieste-Monfalcone venne dichiarata “territorio tedesco” e
dall’aeroporto di Campoformido i nostri caccia iniziarono ad
intervenire per contrastare i bombardamenti alleati che colpivano
anche obbiettivi civili.
Nel 1944 con utilizzo di bombe a
frammentazione (probabile l’intenzione di non devastare il campo di
volo in modo pesante ed intervenire piuttosto su infrastrutture e
personale), comportò comunque danni. Il numero delle vittime non
fu inferiore a 150: 30 morti a Breg, frazione di Merna, 5 morti nella
vicina Orehovlje (Montespino) e altre vittime a Savogna e a S.Andrea,
frazione di Gorizia. Diversi feriti moriranno nei giorni seguenti a
seguito delle ferite riportate. L'aeroporto viene gravemente
danneggiato: le piste butterate dalle esplosioni, i tre hangar
Lancini della Caccia a sud del campo e la palazzina Comando
seriamente danneggiati, risultano colpiti anche l'hangar Lancini a
Nord ed alcuni edifici. Distrutti a terra o resi inservibili gli
SM.79 del Gruppo Aerosiluranti "Buscaglia" destinati alle
operazioni su Anzio e Nettuno e rimasti bloccati a Gorizia dal
maltempo sulla rotta appenninica. L’hangar fu in gran parte
risparmiato. Proprio durante la recente ristrutturazione sono state
ricoperte con il cemento le tracce di uno spezzone esploso sul
pavimento, mentre su una trave è ancora oggi visibile il colpo di
uno spezzone inesploso.
Nel
dopoguerra l’hangar venne preso in gestione dall’Aero Club
Gorizia e dotato di zona per l’officina ed alcuni locali per gli
uffici dell’aero club stesso e per un certo periodo l’aeroporto
abbia una sua vita operativa, sia pure ridotta, compresi i Corsi di
Cultura Aeronautica promossi dall’Aeronautica Militare negli anni
’60 e ’70. Per diverse vicende l’attività iniziò a diminuire
fino a scomparire in modo tale, che la zona intorno alle piste ormai
in disuso iniziò ad essere utilizzata per podismo, passeggiate col
cane, allenamenti. Tutti si dimenticarono di mettere i piedi su un
terreno aeroportuale, passato nel frattempo dal demanio aeronautico
al demanio civile ma sempre col vincolo di attività aeronautica.
Ora
si ricomincia con serietà di intenti e buona volontà del direttivo
dell’Associazione Transfrontaliera, con presidente il com.te Fulvio
Chianese, che entrato in Alitalia nel 1966 l’ha lasciata nel 1998
con al suo attivo abilitazioni su Caravelle
SE210, Douglas DC8, Douglas DC9, Douglas DC10, Boeing B727, MD80,
AirBus A300, Lear Jet LR25D, DASH8/300 (AirDolomiti), Mc Donnald
Douglas MD11. Con simili presupposti, siamo certi che il futuro
dell’aeroporto si presenta molto interessante.
Carlo
d’Agostino
Foto
d’Agostino Hangar Gleiwitz restaurato
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