sabato 16 novembre 2013

RESTAURATO L’HANGAR GLEIWITZ DELL’AEROPORTO DI GORIZIA . Novembre 2013

RESTAURATO L’HANGAR GLEIWITZ DELL’AEROPORTO DI GORIZIA




C’era una volta un campo di volo, così potrebbe essere riassunta con un titolo “cinematografico” la storia dell’aeroporto di Gorizia, realizzato sullo spazio adattato dall’Austria ad aeroporto sussidiario a quello di Neustadt (vicino a Vienna) agli inizi del 1900. Un aeroporto che ha tutta una sua storia che si collega alla storia di uno dei più prestigiosi Reparti di Volo della Regia Aeronautica, il 4° Stormo Caccia Terrestre.

Ora, dopo un lungo periodo di stasi e di abbandono durato anni, troppi anni, l’Associazione Sportiva Dilettantistica Transfrontaliera “Duca d’Aosta” di Gorizia ha letteralmente preso in mano non solo la situazione e con l’aiuto sostanziale, cioè economico, della “PIpistrel Italia” e la preziosa collaborazione dell’Enac (con il suo direttore Angelo Bonato) sta operando per il suo sia pure parziale riqualificazione.
Molto è già stato fatto, in particolare con il restauro dell’hangar Gleiwitz, un manufatto che ha tutto un suo percorso che vale la pena di ricordare in quanto non del tutto conosciuto .

Nel 1920 nell’ambito dei rimborsi per danni di guerra il governo austriaco cede all’Italia un certo numero di hangar tipo Troester e Gleiwitz, alcuni dei Troester trovano allocazione in diversi campi di volo (attualmente l’unico ancora esistente, debitamente restaurato, fa parte del Museo dell’Aeronautica di Vigna di Valle) mentre uno dei Gleiwitz fu assegnato all’aeroporto di Gorizia . Venne smontato in Austria, caricato su un treno che si fermò lungo la linea ferroviaria che ancora oggi corre di fianco all’aeroporto e quindi ricollocato per ospitare nel 1925 la 38^ Squadriglia del 21° Stormo Osservazione aerea. Della derivazione austriaca non c’era alcun dubbio ed è risultata certa dai recenti lavori di ammodernamento, che hanno fatto ritrovare fra le travi alcuni frammenti di un documento in lingua tedesca, datato 1909.

L’hangar fu utilizzato come abbiamo detto dalla 38^ Squadriglia e nel corso degli anni fu sottoposto a lavori di sistemazione che comprese, probabilmente intorno alla metà degli anni ’30, la ricopertura del tetto in lastre di amianto che ha conservato fino a poco tempo fa, quando a carico dell’Enac sono stati effettuati lavori di esportazione totale e ricopertura in materiale inerte.
Il 1931 vede l’insediamento nell’aeroporto del 4° Stormo Caccia Terrestre appena costituito a Gorizia, mentre nel corso degli anni è sottoposto ad aggiornamenti con varie sistemazioni e che consentono in esso la presenza di altri Reparti, fra i quali la Scuola Addestramento Aerosiluranti. Dopo la dichiarazione di guerra l’aeroporto fu sottoposto a incursioni alleate, che furono particolarmente pesanti dopo il 1943 quando la zona costiera Trieste-Monfalcone venne dichiarata “territorio tedesco” e dall’aeroporto di Campoformido i nostri caccia iniziarono ad intervenire per contrastare i bombardamenti alleati che colpivano anche obbiettivi civili. 

Nel 1944 con utilizzo di bombe a frammentazione (probabile l’intenzione di non devastare il campo di volo in modo pesante ed intervenire piuttosto su infrastrutture e personale), comportò comunque danni. Il numero delle vittime non fu inferiore a 150: 30 morti a Breg, frazione di Merna, 5 morti nella vicina Orehovlje (Montespino) e altre vittime a Savogna e a S.Andrea, frazione di Gorizia. Diversi feriti moriranno nei giorni seguenti a seguito delle ferite riportate. L'aeroporto  viene gravemente danneggiato: le piste butterate dalle esplosioni, i tre hangar Lancini della Caccia a sud del campo e la palazzina Comando seriamente danneggiati, risultano colpiti anche l'hangar Lancini a Nord ed alcuni edifici. Distrutti a terra o resi inservibili gli SM.79 del Gruppo Aerosiluranti "Buscaglia" destinati alle operazioni su Anzio e Nettuno e rimasti bloccati a Gorizia dal maltempo sulla rotta appenninica. L’hangar fu in gran parte risparmiato. Proprio durante la recente ristrutturazione sono state ricoperte con il cemento le tracce di uno spezzone esploso sul pavimento, mentre su una trave è ancora oggi visibile il colpo di uno spezzone inesploso.

Nel dopoguerra l’hangar venne preso in gestione dall’Aero Club Gorizia e dotato di zona per l’officina ed alcuni locali per gli uffici dell’aero club stesso e per un certo periodo l’aeroporto abbia una sua vita operativa, sia pure ridotta, compresi i Corsi di Cultura Aeronautica promossi dall’Aeronautica Militare negli anni ’60 e ’70. Per diverse vicende l’attività iniziò a diminuire fino a scomparire in modo tale, che la zona intorno alle piste ormai in disuso iniziò ad essere utilizzata per podismo, passeggiate col cane, allenamenti. Tutti si dimenticarono di mettere i piedi su un terreno aeroportuale, passato nel frattempo dal demanio aeronautico al demanio civile ma sempre col vincolo di attività aeronautica.

Ora si ricomincia con serietà di intenti e buona volontà del direttivo dell’Associazione Transfrontaliera, con presidente il com.te Fulvio Chianese, che entrato in Alitalia nel 1966 l’ha lasciata nel 1998 con al suo attivo abilitazioni su Caravelle SE210, Douglas DC8, Douglas DC9, Douglas DC10, Boeing B727, MD80, AirBus A300, Lear Jet LR25D, DASH8/300 (AirDolomiti), Mc Donnald Douglas MD11. Con simili presupposti, siamo certi che il futuro dell’aeroporto si presenta molto interessante.

Carlo d’Agostino
Foto d’Agostino Hangar Gleiwitz restaurato


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