martedì 24 ottobre 2017

Battaglione Loreto e aliantisti da sbarco. di Giambattista Casarino

da Aeronautica n.11 Dicembre 1995.

Cameri fu sede anche del Reggimento d'assalto Duca d'Aosta

Battaglione Loreto e aliantisti da sbarco.
di Giambattista Casarino
 
Negli anni 1942 e 1943, l'aeroporto di Cameri fu sede di due reparti speciali della Regia Aeronautica, il Battaglione Riattatori "Loreto", al comando del tenente colonnello Salvatore Scovenna, e il NAVSM (Nucleo Addes-tramento Volo Senza Motore) denominato anche Nucleo Aliantisti da sbarco, al comando del tenente colonnello Adolfo Contoli.

La costituzione dei due reparti speciali era inquadrata in un grandioso piano militare concepito per l'occupazione di Malta (Operazione C.3) al quale avrebbero dovuto concorrere forze armate italiane e tedesche con un imponente impiego di uomini e di mezzi. Gli alti comandi avevano pensato di ricorrere all'aviotrasporto con alianti di truppe d'assalto dopo le imprese dei tedeschi nel 1940-41 in Belgio e a Creta dove gli alianti bellici avevano avuto un ruolo determinante. Le cose però non andarono come era stato previsto.

Abbiamo ricostruito per sommi capi la storia, poco conosciuta, di questi due reparti durante la loro permanenza a Cameri, grazie anche alle testimonianze, per il Battaglione Loreto, dell'avvocato Mario Buoncristiani di Roma, allora sottotenente armiere della 1 a Compagnia, e del generale Franco Bassi, allora tenente AArs comandante di plotone della 2a compagnia, e, per gli Aliantisti da sbarco, di Adolfo Contoli, Plinio Rovesti e Gianfranco Benini. Nell'estate del 1942, quando arrivarono a Cameri i primi volontari del battaglione "Loreto", l'aeroporto era "disarmato", senza cioè reparti operativi. Il 17° Stormo BT 73 durante la era stato appena trasferito alle dipendenze del Comando Bombardamento della Sicilia.

Lancio di incursori paracadutisti da Ca. 73 durantre la "giornata dell'aria" del 1930

L'ordine di costituzione del battaglione "Loreto" fu diramato col dispaccio di Superaereo n° 03 dellO giugno 1942. I primi militari arrivarono a Cameri i116 giugno, solo sei giorni dopo. L'addestramento doveva avvenire in tempi rapidi. Il sotto tenente Mario Buoncristiani arrivò il 3 luglio, quando l'organico del nuovo reparto era pressoché completato. "Il personale avrebbe dovuto essere - secondo quanto scrive Mario Buoncristiani che cita in proposito le disposizioni dello Stato Maggiore - esclusivamente volontario ma oltre il dieci per cento fu assegnato d'autorità, consentendo così a molti comandanti di liberarsi dei cosiddetti "lavativi". La loro presenza però non influì sullo spirito del reparto che restò sempre compatto, anche se ci furono alcuni casi poco edificanti. "

Da metà luglio, per un paio di settimane, il personale fu sottoposto a un duro addestramento: furono chiamati appositamente degli ufficiali di fanteria di stanza a Novara. Successivamente subentrarono ufficiali e sottufficiali del battaglione. Durante le marce, i militari indossavano camicia e calzoncini cachi tipo coloniale. Senza la divisa azzurra, sembravano fanti e furono perciò chiamati "fanti azzurri", nome che restò loro anche in seguito. In libera uscita, indossavano la divisa azzurra ma la popolazione locale sapeva ugualmente distinguerli dagli altri aviatori chiamandoli "loretini". "Per me è rimasto sempre un mistero - precisa Buoncristiani - ma di certo qualcosa c'era che ci distingueva dagli altri, dagli "stanziali", più sedentari, burocratici e forse imboscati, e questo essere considerati un po' speciali ci rendeva orgogliosi e fece nascere in tutti noi un "complesso di superiorità "che si trasformò presto in spirito di corpo".

Sull'aria dei motivi musicali più in voga i volontari del Battaglione inventarono le loro canzoni e le cantavano a squarciagola durante le marce e nei momenti di riposo. Erano parodie allegre, goliardiche, che legarono ancora di più gli uni agli altri, coinvolgendo tutti, anche gli ufficiali, rafforzando così l'amalgama del gruppo.

L'organico era di 854 uomini suddivisi in un comando battaglione e 4 compagnie formate di due plotoni ciascuna. Meno della metà degli uomini, precisamente 372 secondo quanto riferisce Buoncristiani, quelli delle prime due compagnie trasportati da alianti, erano destinati a compiere dei veri e propri "blitz" cogliendo di sorpresa e occupando un aeroporto nemico e poi predisponendosi per la sua difesa. Alle altre due compagnie, anche queste trasportate da alianti, spettava il compito di riattivare le attrezzature aeroportuali distrutte durante l'assalto e consentire l'arrivo del grosso della forza di occupazione. Ovviamente la composizione delle compagnie era fatta tenendo conto di queste esigenze, tattico-militare una e tecnico-logistica l'altra. Precorrendo i tempi, fu creata una unità composita ma omogenea, in grado, almeno sulla carta, di compiere e di gestire autonomamente un'importante azione di guerriglia, come una vera e propria "task force" dei nostri giorni. Lo spirito era quello di un gruppo di arditi, di "commandos" votati al sacrificio. "Ma allora gli uomini che dovevano essere impiegati in quelle folli avventure - scrive il generale Bassi - rischiavano veramente la vita perché, armati del solo coraggio, affrontavano un nemico munitissimo e agguerrito".

L'armamento e le attrezzature in dotazione non erano certo gran cosa: 94 pistole Beretta 7,65 con 14 colpi, 94 pugnali (mai distribuiti), 94 mitra Beretta calibro.9 canna lunga (primo modello) con 240 colpi, e 760 moschetti mod.91 con 72 colpi. Inoltre, 6 mitragliere da 20 mm, 18 fucili mitragliatori Breda e un imprecisato numero di bombe a mano. Fra le attrezzature, una stazione radio, telefoni campali, teli e razzi da segnalazione. I mezzi di trasporto erano 10 motociclette 250 cc e 15 biciclette. Razione viveri a secco per 2-3 giorni e 100 pacchetti di medicazione.

Nell'agosto 19-12 la fisionomia del battaglione Loreto assunse una più precisa connotazione in senso tattico-militare, con l'arrivo del colonnello Donatello Gabrielli, bersagliere della 1a guerra mondiale, che assunse il comando del Reggimento d'Assalto Duca d'Aosta del quale facevano parte anche il Nucleo Aliantisti da sbarco e il Battaglione ADRA (Arditi Distruttori Regia Aeronautica) che però era di Stanza in altra sede. Il colonnello Gabrielli sino al mese di novembre, fu anche il comandante dell'aeroporto di Cameri dove il Reggimento Duca d'Aosta ebbe sede.

Nel mese di novembre incominciarono ad affluire sull'aerporto di Cameri gli allievi piloti degli alianti bellici destinati al trasporto dei "loretini". Benché l'ordine di costituzione del Nucleo Aliantisti da sbarco fosse del2 giugno 1942 (n.02/5270) non si riuscì a completare l'organico richiesto di 250 allievi se non quando furono ammessi anche i piloti che avevano ottenuto il brevetto di volo a vela B e C presso le scuole della GIL assistite dalla Regia Aeronautica.

Tra i due reparti, che avrebbero dovuto operare insieme. non ci furono mai contatti, anche se per un breve periodo ebbero sede sullo stesso aeroporto di Cameri. Durante il mese di novembre, quando arrivarono gli aliantisti, i "loretini" cominciarono ad andar via. Furono trasferiti a Marsala in previsione dell'attacco a Malta . Ma la guerra non andò com'era nelle previsioni e l'Operazione C.3 fu prima rinviata, poi annullata. Dalla Sicilia, le prime due compagnie furono inviate in Tunisia, mentre le altre due, rimaste a Marsala, furono letteralmente decimate in un bombardamento aereo.
                                 
L'aliante da trasporto "A.L.12P" con le insegne della Luftwaffe, dopo 1'8 settembre 1943.

Il corso teorico per gli allievi aliantisti da sbarco iniziò a Cameri nel dicembre. Le lezioni si tennero nel cinema-teatro aeroportuale e comprendevano anche insegnamenti sulla tattica militare, sull'uso delle armi e sulle azioni di sabotaggio. Dopo aver portato sull'obiettivo le truppe d'assalto e i riattatori, infatti, anche i piloti dovevano dare man forte nelle operazioni militari.

Nel mese di gennaio incominciarono le lezioni pratiche di volo, diurne e notturne.

Sul campo di Cameri c'erano lO alianti DFS 230 e quattro GO 242 ceduti dalla Luftwaffe; ma furono impiegati, soprattutto nella prima fase di insegnamento, alianti sportivi e da record, quali il CAT 28, il Bonomi, l'Asiago. Venne anche utilizzato un FL.3 senza elica, trainato da Ro.41, RO.37 e Ba.28. Arrivò a Cameri anche il prototipo A.L.12P costruito dalla Aeronautica Lombarda, un aliante di grosso tonnellaggio che diede ottimi riscontri ma che non fu mai prodotto in serie per la piega negativa che aveva preso la guerra.

Tra gli aerei che furono impiegati per il traino, oltre quelli già citati, c'erano Ca.100, 111 e 133, Ba.25, Fiat CR.42, e, per gli alianti più pesanti, l'SM.81.

Gli allievi furono sottoposti a un duro tirocinio, fatto di addestramento al volo e di preparazione strettamente militare, con particolare attenzione per l'impiego in azioni di guerriglia.

L'addestramento avrebbe dovuto completarsi nell'estate del 1943. Il tenente colonnello Adolfo Contoli, dopo la partenza del colonnello Gabrielli diventò il comandante dell'aeroporto di Cameri sino alla fine del mese di gennaio 1943 quando gli subentrò il tenente colonnello Corrado Corradino, comandante del 430 Stormo BT rientrato da poco sull'aeroporto novarese.

Nella primavera del 1943 gli alti comandi non dimostrarono più interesse per il corso degli aliantisti: il Reggimento Duca d'Aosta si era pressoché sfasciato, l'operazione C.3 era stata annullata. Il personale di Cameri però continuò a prodigarsi con grande entusiasmo anche se abbandonato dai superiori comandi: tra l'altro, gli alianti disponibili non erano sufficienti per proseguire l'addestramento di tutti e cominciò a mancare la benzina.

Alla fine del mese di aprile iniziò il trasferimento del Nucleo a Orio al Serio, prima, e a Ponte San Pietro, poi. Solo una decina di allievi riuscirono a conseguire il brevetto di pilota d'aliante militare. Dopo 1'8 settembre la scuola cessò di esistere.

I reduci del Reggimento Duca d'Aosta si sono ritrovati il 23 maggio 1987 a Grosseto ma da allora non si ha più notizia di altri raduni.

Gli Aliantisti di Cameri invece sono rimasti molto uniti e hanno organizzato numerosi raduni, a cominciare dal 1963, a Calcinate del Pesce. Si sono incontrati anche sull'aeroporto di Cameri, per il XN raduno, il 26 settembre 1976. Abbiamo notizia anche del XXVIII raduno, il 9 settembre 1990, ad Asiago, dove nacque il volo a vela italiano. A dimostrazione del forte attaccamento esistente tra i reduci del Gruppo, gli aliantisti hanno dato vita anche a un notiziario. Nel numero redatto per organizzare, a Parma, il XXV raduno, hanno scritto: "Quello che lega gli Aliantisti è qualcosa del quale nessuno ha mai scritto, ma che noi intimamente sentiamo. Il generale Contoli sarà presente come sempre e ci troverà tutti uniti intorno a lui."

La continuità e la frequenza dei loro raduni non ha riscontri tra quelli di altri reparti dell'Aeronautica. E' un esempio per tutti di attaccamento al reparto.


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