martedì 12 febbraio 2008

Un Americano a Gorizia - Joseph Vincent Patriarca - Diario di un pilota del 4° Stormo Seconda parte: 1937-1959


Nuova magnifica realizzazione libraria a Cura dell'Associazione 4° Stormo di Gorizia ho voluto qui presentarvi la prefazione e le pag.77-78 tratte da questo interessantissimo libro.



Un Americano a Gorizia - Joseph Vincent Patriarca - Diario di un pilota del 4° Stormo Seconda parte: 1937-1959

a Cura delll'Associazione Culturale 4° Stormo Gorizia

Editore : Vittorelli Editore

ISBN::978-88-88264-08-0 - Anno 2007 - Euro 10,00

Prefazione

L'entusiasmo e la intraprendenza degli amici della "Associazione 4 o Stormo" per la difesa e .a esaltazione della tradizione aeronautica nell' estremo lembo orientale, l'aeroporto di Gorizia, mi ha consentito la lettura ante litteram della 2a parte del diario-memoria del Maresciallo Pilota della Aeronautica Militare Vincenzo Patriarca, per gli amici "l' americano".

La vivacità, la comunicativa con le quali "dipinge" persone, fatti, situazioni, hanno trasformata la lettura in un vero dialogo che per me, testimone di tal uni momenti ed ambienti, si è rivelato intimo, sofferto ma sempre esaltante.

Il suo modo di vedere, sentire e riferire si arricchisce di una esperienza di vita che rivela continua maturazione e che aprendosi dal Nuovo Continente si sviluppa in quello Vecchio accomunando ad una prospettiva sempre ampia, rivolta ai possibili sviluppi del futuro la serena accettazione della realtà in turbinoso rivolgimento.

Il "diario" si snoda a mo' di romanzo a cavallo della seconda guerra mondiale; non è limitato al quotidiano, al contingente vissuti da semplice gregario ma si leva come voce cosciente e sincera facendo rivivere appassionanti momenti di una professionalità partecipe, competente ed a volte quasi permalosa nella propria dignità, coerente sempre con la scelta del "servire".

Nel peregrinare di Reparto in Reparto apportando dovunque il frutto di una formazione professionale maturata nella straordinaria atmosfera del "Quarto" a Gorizia e costantemente aggiornata nella rapida evoluzione dell'arte aeronautica", delle modalità e delle tecniche di impiego di macchine e materiali, accelerata dalle pulsioni degli eventi mondiali, si forma un quadro che trascina a rivivere momenti concreti di Storia e di sofferenza per il nostro Paese.

Perduti gli entusiasmi di un Impero faticosamente conquistato si è dovuto accettare il peso . opprimente di una resa incondizionata mostrandoci però capaci di riprendere nuovo cammino senza inutili rimpianti, tesi in severa modestia a nuovi seri futuri: e fu la "ricostruzione"!

Il nostro americano dopo una fuga quasi incredibile dalla prigionia tedesca nel Baltico riesce a riunirsi in Italia alla famiglia da poco costituita garantendole possibilità di sopravvivenza nella accettazione amara ma cosciente di lavori onesti ma purtroppo lontani dal "suo" volo!

Si era cercato di non farlo combattere contro americani ed anche questo aveva saputo pagare. Ma quando la ricostruzione impegnò anche l'Aeronautica Militare riuscì a riprendere il servizio di volo. Sostenne la fatica del "rinverdire il mestiere" con la gioiosa serenità giovanile, sopportò i temporanei distacchi dalla famiglia tenendo sereni i suoi cari, contribuì all' aggiornamento dei quadri dei "naviganti" con pluriennale impegno di pilota istruttore alla Scuola di pilotaggio a

Dopo il rientro come pilota di Squadriglia al suo 4° Stormo, che al consueto ambiente di attività severa ed impegnativa unisce ora il valore di una tradizione bellica tra le più sperimentate e valide, partecipa alla pratica ricerca sui problemi del pilotaggio isolato ed in formazione nelle alte quote e nel particolare inviluppo delle velocità transoniche. Pilota tra i più anziani porge e fa porgere seria attenzione ai tanti, nuovi aspetti dell'impiego e dell' addestramento anche se ciò comporta talune difficoltà di rapporti, accentuate anche dall' evolvere dei temi ordinativi dei quadri e delle mentalità .

Non gli manca mai, però, la stima di quanti san riconoscere la lealtà ed i pregi della sua collaborazione, che continua appassionata sino al raggiungimento dei limiti di età per il Servizio di Volo: all'inizio de11959, non accettando il trattenimento per Servizi non di Volo, conclude con il congedo la fine della carriera militare.

Con le mance da garzone barbiere ed altri mestieri nel Bronx di New York si era pagato il brevetto di pilota civile. Per mancanza di due pollici di statura si era trovato escluso dalla possibilità di arruolamento come pilota nelle Forze Armate USA.

Si era pagato il viaggio in Italia ed aveva ottenuto l'arruolamento, quale italiano all'Estero, come Allievo Sergente Pilota nella Regia Aeronautica nel 1933.

E nel ricevere dalle mani del Col. PiI. De Bernardi il Brevetto di Pilota militare, alla Scuola di Pilotaggio di Grottaglie, si era impegnato ad "amare l'Italia e servire con onestà; fede; coraggio".

Era il 13 Febbraio 1934.

Gorizia 21 Maggio 2007 Bruno Seraglia Generale S.A. (c.a.)



Tratto da pag.77-76:



Il Caproni Fabrizi F 5 ed F 6


I mesi successivi passano veloci, continua l'addestramento dei piloti che debbono essere inviati al fronte. In settembre effettuo una mezza dozzina di voli di addestramento notturno con l'ausilio delle fotoelettriche di terra. Ci sono anche un paio di partenze su allarme durante le ore notturne per intercettare i bombardieri che effettuano le incursioni su Napoli. Non si consegue alcun risultato a causa delle sfavorevoli condizioni meteorologiche. La nostra Squadriglia ha ricevuto già da maggio i Caproni Vizzola F 5 e anche un F 6, impiegati per la Caccia Notturna in sostituzione dei CR 42; quest'ultimi saranno utilizzati come bombardieri in picchiata con scarsi risultati. L'F 5 è un aereo con motore stellare, più veloce dell'MC 200, mentre I'F 6, con il motore in linea Daimler-Benz DB601, è molto più veloce ma più pesante e quindi meno manovrabile. Entrambi hanno l'ala con i nuovi profili "variabili". Il 26 ottobre effettuo il mio primo volo con un F 5 ma non lo trovo adatto alla Caccia Notturna. Provo anche l'F 6, è più veloce ma le armi si inceppano dopo pochi colpi. È un difetto di progettazione al quale non si può rimediare, il nastro si inceppa tra il serbatoio delle munizioni e la mitragliatrice, non c'è sufficiente spazio tra la radice dell' ala e la fusoliera e il percorso dei proiettili è troppo angolato.


La città è circondata da batterie antiaeree e da fotoelettriche, per lo più germaniche e, sempre in ottobre, mi viene chiesto di effettuare alcuni voli notturni per permettere agli addetti alle fotoelettriche di esercitarsi. Sono ben addestrati, riescono a localizzarmi subito e non mi mollano fin quando non mi nascondo dietro al Vesuvio. Per indirizzare le fotoelettriche utilizzano unità mobili con apparati radio elettrici ad altissima frequenza che localizzano gli aerei in avvicinamento.

Questi voli con le fotoelettriche mi fanno tornare alla mente quando ero ragazzino e City Island; l'Aviazione americana si esercitava allo stesso modo. Andavo in un angolo buio della spiaggia e mi godevo lo spettacolo: le fotoelettriche erano piazzate a Fort Solcum vicino a New Rochelle, Port Washington e Fort Totten. Sono passati solo dieci anni e ora al posto di quei piloti che mi stupivano e che ammiravo ci sono io, chi l'avrebbe mai immaginato? Siamo in novembre.


Il tempo è pessimo, ci sono continui rovesci, il campo è allagato, l'attività di volo è ridotta al minimo. Effettuo in tutto sei partenze su allarme notturno e una "crociera di vigilanza" sul campo, con I'F 5 e I'F 6. Maria e io abbiamo comunicato ai suoi genitori l'intenzione di sposarci il 31 gennaio del 1943, loro hanno accolto felici la nostra decisione. In dicembre l'attività è ridotta, non volo e, aiutando gli specialisti a spostare una cassa, mi procuro un infortunio che mi costringe ad andare in infermeria. Sono immobilizzato per alcuni giorni, il 7 dicembre debbo presentarmi all'IML di Napoli per una visita straordinaria e mi fanno "non idoneo al volo" per 30 giorni.

Posso comunque continuare il servizio per attività "non di volo". Il 12 dicembre il cap. Cavagna mi informa che il Colonnello vuole vedermi dopo pranzo, penso che si tratti della mia richiesta di matrimonio. Quando entro nell'ufficio mi fa sedere, mi chiede degli anni trascorsi negli USA e dei miei familiari. Gli racconto di mio padre che vive a New York e di mio fratello, arruolato nei Marines, che si trova nella base americana delle Bermude. Ha sulla scrivania la mia cartella, la sfoglia e poi alza gli occhi: "Una lettera che hai spedito a tuo fratello è stata sottoposta a censura e inviata al Ministero dell'Aeronautica. Si è ufficializzata la tua anomala posizione quale originario statunitense in servizio nell'Aeronautica.

Il Ministero ha ordinato il tuo trasferimento al Centro di Addestramento Caccia Notturna di Treviso e l'allontanamento dalla zona di combattimento per evitarti l'imbarazzo di eventuali confronti con gli aerei americani ... Caro Patriarca, hai un ottimo stato di servizio e una notevole esperienza di volo nell'acrobazia, nell'addestramento e in combattimento, hai partecipato a diverse Campagne, provieni da uno dei più famosi Stormi ... Purtroppo questi sono gli ordini, ne sono molto dispiaciuto". Sono colto di sorpresa da questa decisione e amareggiato: "Se ho ben capito, Signore, sono trasferito perché sono nato e vissuto negli USA e i miei familiari sono tuttora lì?", domando, e il Colonnello con un movimento del capo mi conferma quanto penso.

Gli parlo della mia domanda di autorizzazione per il matrimonio e mi dice che mi sarà fatta pervenire laddove starò prestando servizio e di non preoccuparmi. Il Colonnello mi manda in Squadriglia a rapporto dal Capitano che mi darà le istruzioni e i documenti di trasferimento, già pronti e firmati. Vado nell'ufficio della mia Squadriglia, busso, entro, il Capitano è seduto dietro alla scrivania, mi aspettava e mi porge i documenti. Sta in silenzio per alcuni secondi, sa che questo trasferimento non me lo aspettavo, sembra dispiaciuto e imbarazzato, mi dice soltanto "Auguri Patriarca!" e mi porge la mano. Ricevo l'ordine di muovermi entro 24 ore. Mi sto convincendo che tutto sommato questo trasferimento non è poi così male: posso portare Maria con me e non correrò il rischio di dover combattere contro aerei americani, non so se avrei il coraggio di fare fuoco. Il mio pensiero va ai colleghi che lascio, a quello che li aspetta in primavera, quando gli USA invieranno truppe e aerei su tutti i fronti e l'Italia difficilmente sarà in grado di affrontarli, anche opponendosi con tutto il valore dei suoi migliori piloti.

Raccolgo le mie cose, riesco ad andare a salutare Maria e i suoi, racconto del mio repentino trasferimento e assicuro che sarò di ritorno per fare Natale insieme. Dico loro che non devono preoccuparsi per me, sono destinato a una Scuola di Volo. Maria mi accompagna alla stazione e quando il treno si muove mi sento improvvisamente solo, è la prima volta che mi allontano tanto da lei.




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